>
Gli Stati Uniti d´America decisero di non firmare il Protocollo di Kyoto nel 2001 per la riduzione delle emissioni di biossido di carbonio, perché non condividevano l´idea che questo gas fosse un rischio per il clima e l´ambiente. Effettivamente, come già discusso nelle parti precedenti di questo articolo, ci sono dati scientifici che relativizzano il ruolo del biossido di carbonio nel processo di riscaldamento globale. Comunque, una riduzione dell´emissione di questo gas serra comporterebbe anche una significativa riduzione del consumo di carburanti fossili per la produzione di energia. I carburanti fossili - petrolio e metano - sono materie prime di alto pregio per la preparazione di prodotti di ogni tipo (dalla plastica ai prodotti farmaceutici): pertanto, non dovrebbero essere considerati solo dei combustibili. L´Europa, gli USA, ma anche i paesi economici emergenti, come la Cina, devono pensare seriamente alla conservazione dei carburanti fossili. In tempi, in cui il mercato automobilistico europeo propone modelli che consumano 4 litri di benzina per 100 Km, e governi e consumatori chiedono all´industria automobilistica di ridurre ulteriormente il consumo di benzina dei veicoli, è incredibile che negli Stati Uniti i cosiddetti SUV - Sport Utility Vehicles, veicoli utilitari sportivi, ma in realtà si tratta di fuoristrada - abbiano raggiunto una grandissima popolarità! Considerando il consumo di carburanti fossili in termini di emissione di biossido di carbonio pro capite nel mondo, sorge il timore che stiamo sfruttando le risorse petrolifere oggi, come se non ci fosse alcun domani (vedi figura sopra, clicca sulla figura per ingrandirla).
Attualmente emergono nuove idee su come limitare l´emissione di biossido di carbonio o su come ridurre la sua concentrazione. Una di queste idee suggerisce di usare il sottosuolo, per esempio pozzi di petrolio vuoti, come un contenitore per il gas serra. Però, io personalmente dubito che il benefico effetto sul clima possa compensare il consumo di energia necessaria per realizzare questa idea. Inoltre, bisogna valutare possibili rischi riguardanti la sicurezza, visto che il biossido di carbonio dovrebbe essere conservato nel sottosuolo sotto alta pressione e, nel caso di una perdita, il gas potrebbe risalire e concentrarsi pericolosamente al suolo per il fatto che è più pesante dell´aria. Non dobbiamo dimenticare che il biossido di carbonio è un gas mortale alla concentrazione dell´8 % (percentuale in volume).
Un´altra proposta è che i paesi industrilizzati con un´emissione di biossido di carbonio pro capite troppo alta comprino "quote" del gas serra da paesi con un basso livello di emissioni. È ovvio che un tale provvedimento non offre alcuna soluzione soddisfacente al problema, perché non contribuisce agli obiettivi di ridurre le emissioni di biossido di carbonio e di risparmiare le fonti di energia. I profitti di un potenziale "mercato del gas serra" potrebbero forse essere investiti nel processo di riforestazione, ma anche questo non contribuirebbe alla conservazione dei carburanti fossili. Inoltre, recenti studi mostrano che interventi di riforestazione in regioni fredde sono contraproduttivi, perché, mentre un campo innevato riflette i raggi solari, una foresta li assorbe.